GALLERIA SPAZZAPAN

Fondata nel 1976 la Galleria regionale d'arte contemporanea "Luigi Spazzapan" di Gradisca d'Isonzo è un'istituzione prestigiosa con alle spalle una ricca storia di eventi molto significativi per la cultura artistica regionale. L’attività svolta comprende la conservazione, lo studio e la valorizzazione del patrimonio artistico contemporaneo regionale tramite l’organizzazione di mostre ed altri eventi secondo quanto stabilito annualmente dall’apposito comitato scientifico.

 

 

 

 

Introduzione di  

Annalia Delneri

 

 

Un viaggio iniziato in Sicilia nel 2009 e che, tappa dopo tappa, ora approda alla Galleria Spazzapan dove per qualche tempo racconterà con immagini e parole la suggestione degli orizzonti mediterranei.

Racchiusi in teche dipinte in varie tonalità di blu, cangianti come il colore del mare, oltre cento taccuini di trentatre autori diversi fermano i momenti di un viaggio reale o immaginario. Ne emerge la carica contemplativa di chi guarda al mare dei tre continenti udendo l’eco di storie lontane, subendo il fascino del mito, avvertendo le profonde diversità di quanti abitano sulle sue rive: tragedie e speranze che, come luci ed ombre, intonano l’anima di chi si immerge nella vita.

Un percorso sfaccettato dove profondi fondali diventano un Pianeta mare o mutano nei Giardini interiori, mentre il Viaggio si trasforma in Visita e Sogno, oppure viene registrato come il Viaggio del Santo Taumaturgo. La forma dell’acqua si confronta con la Morfologia di un ciottolo di mare, i nomi di luoghi dialogano con quelli degli eroi mitologici, le visioni dei Giardini di Palermo si accompagnano a quelle dei Jardines del Turia Valencia.

Evocazioni simboliche, paesaggi interiori, immagini di un Altro Mediterraneo, raccontano la storia di un viaggio che ad ogni tappa si arricchisce di nuovi episodi e che, giunto a Gradisca d’Isonzo, attende il contributo degli artisti che partecipano alla vita della Galleria Spazzapan.

 

 

 

 

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Trentatre artisti guardano il mare, il “Mare Nostrum”, come gli antichi chiamavano il Mediterraneo, indicando nel nome non solo un’entità, ma un’appartenenza ampia, condivisa, di matrice certo geografica, economica o politica, ma nella sua sostanza autenticamente culturale.

Il loro sguardo indaga l’oggettività minuta quanto il mistero profondo, per arrestarsi sulle pagine di taccuini da viaggio, di “Carnet de poches” che inseriscono la libertà di ciascuno in una storia precisa. Che dai tour settecenteschi passa per Canaletto, Delacroix, Le Corbusier, Chatwin e giunge all’oggi seguendo itinerari ed esplorazioni individuali, comunque tese, nell’affermazione del personale punto di vista, all’attenzione,

all’ascolto, alla disponibilità.

Gli artisti sulle pagine dei Carnet de poches offrono ipotesi diverse nate dal viaggio sul, verso, contro, attorno a un Mediterraneo dai mille volti, così da suggerire attraverso un centinaio di opere-taccuino la complessità di una storia, di un rapporto, di un’esperienza e di una bellezza variamente interpretata e in continuo cambiamento.

La riflessione creativa che si sviluppa attorno al Mare, è parte di un progetto aperto, estensibile, partito dalla Sicilia e giunto in Friuli per invitare gli artisti a guardare, fuori dallo stereotipo, una condizione geografica intesa come topos di ogni Odissea e di ogni Argonautica, luogo di scambio e condivisione, di emozione, incontro e cultura, di ipotesi, di futuro. Il progetto “Taccuini del Mediterraneo”, come intitola l’iniziativa, ha i confini labili, malfermi come la marea, come la battigia, come la spuma del mare e attende altri contributi per offrire un work in progress che trova sul web ulteriore ampliamento, estensione, possibilità. A Gradisca D’Isonzo, nella Galleria Spazzapan, l’esposizione consiste in una molteplicità di sguardi rinchiusi in teche blu, il “color di lontananza” scriveva Gozzano, “il colore dell’approfondimento” diceva Kandinskij riferendosi a vastità interiori inconoscibili e misteriose.

E nelle teche blu, su un comune supporto costituito dalla moleskinepoket, gli artisti offrono opere in cui appuntano a carboncino, matita, pastello e biro; incollano fiori e brani fotografici, scattano, dipingono, tagliano perforano, suturano, bruciano, incollano, facendo del taccuino parte viva del racconto. Nelle teche possiamo attraversare sogni e avventure, speranze e tragedie; possiamo stupirci, innamorarci, emozionarci, oppure incontrare santi ed eroi quanto conchiglie e fiori, profumi, miti, sapori e ogni sorta di

dolore e meraviglia. Nasce un panorama composito, parte di una complessità che restituisce profondità e volo in un immaginario senza confini, così da trasformare lo stupore di ogni Carnet de poches in Carnet de vie. Ciascun artista pare confondersi in un blu che lo porta a fare tutt’uno con il mare, con il cielo, con i gabbiani, le conchiglie, i sassi, le sabbie e con il sole. Senza scordare la responsabilità di essere parte e voce di questo Mediterraneo crocevia, solcato senza segni da una contemporaneità che è storia consapevole e destino inafferrabile del mondo.

Francesca Agostinelli

 

 

 

 

 

Il ruolo del Mediterraneo, crocevia culturale di innumerevoli accadimenti, è stato nelle varie epoche testimone di radicali cambiamenti che negli ultimi secoli ha comportato l’avvicinamento di popoli e culture.

In alcuni periodi della storia il Mediterraneo ha perso la sua centralità e nell’età dell’Atlantico esso era già stato relegato ad una funzione secondaria, ma come ci ricorda Fernand Braudel “essere stati è una condizione per essere”. La sua ricchezza è dovuta alle numerose culture che, incontrandosi e mescolandosi nel bacino mediterraneo, hanno fatto sì che si evolvesse nella dimensione attuale dalla quale ci si aspetta la capacità di accettare il diverso e di guardare oltre i conflitti, in una logica di incontro e di scambio che appartiene ad un mare che agisce da fattore di unione e non di separazione, mettendo in comunicazione popoli, culture, lingue e religioni.

Come ben ci ricorda Francesco Renda, anche la situazione geopolitica della Sicilia, dopo il 1989, ha avuto dei mutamenti che hanno annullato la divisione del mondo in due blocchi ed ha visto la partecipazione della Comunità Europea sempre più attiva, rendendo la Sicilia non più solo regione italiana ma europea che le consente una maggiore libertà nel superare diverse frontiere.

Entrando a far parte di una vasta dimensione legata alla storia comunitaria europea, anche la sua mediterraneità acquista maggior rilievo, essendo come si sa la geografia componente determinante della storia. In questa nuova mappa che ridisegna i confini di un Mediterraneo che non viene più inteso come area geografica di importanza strategica militare ma viene configurato come area che lega affari economici e politici per la stabilità internazionale con i paesi delle sponde africane, mediorientali e balcaniche, la Sicilia diventa ponte di comunicazione tra popoli e stati, centro di interessi a vari livelli di portata decisiva per il mondo intero. La civiltà isolana riassume tutti i lasciti che le civiltà mediterranee vi hanno accumulato dal tempo dei Sicani fini ai nostri giorni, che la rende disomogenea e per questo difficilmente classificabile, in un continuum della storia che è sinonimo di diversità e molteplicità.

È un dato di fatto che la storia religiosa ha trovato nutrimento nell’area del Mediterraneo, luogo dove sono nati i tre grandi monoteismi, l’ebraico, il cristiano, l’islamico e proprio la Sicilia è stata terra che si è arricchita delle tre civiltà, pur contrassegnata da profondi contrasti. Da questa angolazione viene presentata la prestigiosa mostra “Taccuini del Mediterraneo” la quale, grazie ai diversi apporti che toccano i vari ambiti disciplinari, evoca segni, suoni e colori che contribuiscono a fare del Mare Nostrum un nuovo crocevia di esperienze artistiche che nel dialogo e nel rispetto dell’altro ridisegnano il suo presente e il suo futuro.

                                                                                      Ornella Fazzina

 

 


“TACCUINI DEL MEDITERRANEO”

Taccuini da viaggio tra: architettura/artivisive/fotografia/musica/poesia.

 

Il “Mediterraneo” è stato, certamente, un tema tanto caro ad artisti, intellettuali e storici. Fu fonte di entusiastica ispirazione dello storico Fernand Braudel, che nel saggio dedicato ne ha raccontato la nascita e le evoluzioni avvenute con gli scambi commerciali, culturali e relazionali.

Un Mediterraneo che non è solo mare o confine, ma diviene incrocio e punto di riflessione tra l’arte e l’architettura, tra la musica e la poesia, tra la tradizione e la sperimentazione, attraversando trasversalmente linguaggi e culture.

La particolarità di questo evento risiede nel fatto che l’esposizione si muove contemporaneamente su due livelli, uno quello prettamente espositivo ospitato nelle varie città che di volta in volta si arricchiscono dei contributi degli artisti del luogo, l’altro viaggia on-line aggiornandosi continuamente dei vari apporti dati. Artisti, poeti, musicisti, architetti, fotografi e scrittori si interrogano sulla possibilità di creare una nuova liaison tra le varie espressioni artistiche e di cercare dinamiche altre in questo Mediterraneo che cambia, si evolve e che si rigenera sempre di nuove forze arcane e ancestrali.

La Collezione “Taccuini del Mediterraneo” è costituita da un centinaio di Taccuini Moleskinepocket (9x14cm). Le opere-taccuino, elaborate attraverso i differenti linguaggi artistici, sono “racchiuse” dentro teche dipinte con le diverse tonalità del blu ed invitano il visitatore a scrutare da queste piccole finestrelle le diverse interpretazioni del tema.

 

 

Sergio Pausig